A seguire una raccolta delle principali normative e sentenze riguardanti l'ambito dei DPI, dalle normative generali a quelle inerenti l'utilizzo o la manutenzione dei DPI stessi.
Art. 77 comma 4 lettera a; Il datore di lavoro deve mantenere in efficienza i DPI e assicurarne le condizioni d'igiene, mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie e secondo le eventuali indicazioni fornite dal fabbricante.
Attuazione della direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale.
Artt. 13, 14 comma 2, 26, 27, 28, 33; Attuazione delle direttive in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell'art. 7 della legge 30 luglio 1990, n. 212.
Artt. 22, 40.
Artt. 377, 378, 379.
Indumenti di lavoro e dispositivi di protezione individuale che riprende i concetti espressi dalla sentenza della Cassazione.
Ric. Burattin ribadisce l'obbligo di igienizzazione dei DPI e vestiario e classifica le aziende addette all'Igiene Urbana come aziende a rischio biologico.
Igiene della produzione delle carni e dei prodotti a base di carne e relativi controlli veterinari: elementi di indirizzo.
Elenco di norme armonizzate concernente l'attuazione della direttiva 89/686/CEE relativa ai dispositivi di protezione individuale.
Il datore di lavoro, così come il dirigente, deve controllare che il preposto, nell'esercizio dei compiti di vigilanza affidatigli, si attenga alle disposizioni di legge e a quelle, eventualmente in aggiunta, impartitegli. Ne consegue che, qualora nell'esercizio dell'attività lavorativa sul posto di lavoro si instauri, con il consenso del preposto, una prassi contra legem, foriera di pericoli per gli addetti il datore di lavoro o il dirigente, ove infortunio si verifichi, non può utilmente scagionarsi assumendo di non essere stato a conoscenza della illegittima prassi, tale ignoranza costituendolo, di per sé, in colpa per denunciare l'inosservanza al dovere di vigilare sul comportamento del preposto, da lui delegato a far rispettare le norme antinfortunistiche.
Condanna del Comune di Treviso per non aver provveduto nei termini dovuti alla manutenzione ed al lavaggio degli indumenti di lavoro assegnati ai propri dipendenti... "essendo il lavaggio indispensabile per mantenere gli indumenti in stato di efficienza, esso non può non essere a carico del datore di lavoro, quale destinatario dell’obbligo previsto dalle citate disposizioni".
E' nulla la norma di un contratto collettivo che ponga a carico dei lavoratori la pulizia degli abiti di lavoro. L'idoneità degli indumenti di protezione che il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei lavoratori - a norma dell'art. 379 del d. P.R. n. 547 del 1955 fino alla data di entrata in vigore del d.lg. n. 626 del 1994 e ai sensi degli art. 40, 43, commi 3 e 4, di tale decreto, per il periodo successivo - deve sussistere non solo nel momento della consegna degli indumenti stessi, ma anche durante l'intero periodo di esecuzione della prestazione lavorativa. Le norme suindicate, infatti, finalizzate alla tutela della salute quale oggetto di autonomo diritto primario assoluto (art. 32 cost.), solo nel suddetto modo conseguono il loro specifico scopo che, nella concreta fattispecie, è quello di prevenire l'insorgenza e il diffondersi d'infezioni. Ne consegue che, essendo il lavaggio indispensabile per mantenere gli indumenti in stato di efficienza, esso non può non essere a carico del datore di lavoro, quale destinatario dell'obbligo previsto dalle citate disposizioni. I lavoratori hanno diritto al risarcimento del danno per l'inadempienza dell'azienda all'obbligo di provvedere alla pulizia degli abiti da lavoro.
La legge di riferimento è dunque il Testo Unico sulla Sicurezza (D.lgs 81/2008) che ne prevede l'utilizzo solo quando siano già state adottate misure tecniche preventive e organizzative di protezione collettiva: il DPI va utilizzato solo quando non è possibile eliminare il rischio.
Uno specchietto riepilogativo delle principali normative attuali, delle normative precedenti che sostituiscono e dei settori industriali su cui impattano.
Normativa precedente |
Normativa attuale |
Energia | Protez. Civile |
Emergenze | Chimico | Igiene Ambientale |
Aeroporti | Manutenz. Stradali |
Gas | Fognature | Alimentare | Metallurgico | Farmaceutico |
ISO 9001:2000 | ISO 9001:2000 | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X |
ISO 14001 | ISO 14001 | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X |
EN 14065 | EN 14065 | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X |
D.LGS. 626 del 19/09/94 |
D.LGS.81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza) | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X |
ATEX | ATEX | X | X | X | X | X | X | X | |||||
EN 340 (Requisiti prestazionali generali di ergonomia, combinata con altre norme di prestazione specifica di protezione) | EN 340 (Requisiti generali sugli abiti) | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X |
EN 510 | EN 510 (Antimpigliamento) | X | X | X | X | X | X | X | X | X | |||
EN 531 | EN 11612 (Antifiamma) | X | X | X | X | ||||||||
EN 1149 | EN 1149 (Antistatica) | X | X | X | X | X | X | X | X | ||||
EN 533 | EN 14116 (Antifiamma) | X | X | X | X | X | X | X | X | ||||
EN 13034 | EN 13034 (Antiacido) | X | X | X | X | X | X | ||||||
EN 470 | EN 11611 (Protezione per saldatori) | X | |||||||||||
EN 471 | EN 471 (Alta visibilità) | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | ||
EN 343 | EN 343 (antipioggia) | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | |
EN 61482 (Arco elettrico) | X | X | |||||||||||
EN 342 (Antifreddo) | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | |
EN 14126:2004 (118 antisangue) | X | ||||||||||||
EN 20645:2005 (Antibatterico) | X | X | X | X | X |